Nello specifico il datore di lavoro si è opposto alla condanna penale, sostenendo di non aver ricevuto alcuna comunicazione da parte dell'Istituto Nazionale Previdenza Sociale.
I giudici della corte suprema hanno ribadito che la comunicazione può avvenire anche tramite raccomandata al domicilio dell'interessato e la notifica si ritiene valida anche se la raccomandata viene ritirata da soggetti terzi per conto dell'interessato.
I giudici della corte suprema hanno ribadito che la comunicazione può avvenire anche tramite raccomandata al domicilio dell'interessato e la notifica si ritiene valida anche se la raccomandata viene ritirata da soggetti terzi per conto dell'interessato.
Ricordiamo l'omissione contributiva si configura come reato omissivo istantaneo che si consuma nel momento in cui scade il termine utile concesso al datore di lavoro per il versamento (16 mese successivo al mese di competenza).
Infatti, in materia di adempimenti contributivi, il datore di lavoro è gravato di un obbligo contributivo indiretto, per la quota di spettanza del lavoratore, in relazione alla quale egli agisce come sostituto responsabile verso l'Inps, vale a dire come soggetto obbligato prima ad effettuare le ritenute sulle retribuzioni corrisposte al dipendente, e poi a versare le ritenute stesse all'ente assicuratore.